Siamo quasi alla fine del nostro viaggio. Dopo l’escursione sul lago Aral, visitato Tashkent, Nukus, Khiva, Bukhara e Samarcanda ci avviamo, a bordo di tre auto, verso il passo Kamchik (2450 m.) per raggiungere Fergana, dopo aver visitato Kokand, sempre accompagnati da Faruh, la nostra guida, dell’agenzia TourUzbekistan.it S.R.L. – INCOMING TOUR OPERATOR.
Breve sosta presso un punto di ristoro.
Khanato di Kokand
Raggiungiamo Kokand e la troviamo in grande fermento. Preparativi per la festa che si terrà nei giorni successivi. Operai a sistemare ogni angolo della città, donne dedite alla cura del verde, allestimento di stand, ecc.
Il Khanato di Kokand era un Khanato islamico indipendente dell’Asia centrale, esistito tra il 1709-1876 su un territorio oggi diviso tra Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan. Nel 1868 un trattato commerciale trasformò Kokhand in uno Stato vassallo. Il nuovo khan, Khudayar Khan, spese tutte le sue energie per abbellire il suo palazzo. Le relazioni dei visitatori occidentali che capitavano a Kokhand raccontano che vi si trovavano 600 moschee e 15 madrase. Una insurrezione anti russa e contro l’oppressivo regime fiscale di Khudayar costrinse quest’ultimo all’esilio nel 1875. Gli successe Pulad, suo parente, la cui politica anti-russa provocò l’annessione del Khanato da parte dei generali Konstantin von Kaufman e Michail Skobelev nel marzo 1876, dopo accesi combattimenti.
Il palazzo di Khudayar Khan
Il palazzo di Khudayar Khan era il palazzo dell’ultimo sovrano del Kokand Khanato, Khudayar Khan.
Il complesso del palazzo, costruito nel 1871, occupava una superficie totale di quattro acri con una fondazione di tre metri di spessore. Circondato da un muro di pietra scolpito, il palazzo era composto da sette cortili e centodiciannove stanze.
Per costruirlo furono impiegati sedicimila lavoratori arruolati o ridotti in schiavitù, furono usati mille carri per trasportare materiali. Ottanta i maestri costruttori che progettarono e costruirono una struttura ornata di colori variegati e ricchi ornamenti con motivi geometrici, arabeschi e motivi floreali, tutti fatti di piastrelle di ceramica e basati su racconti dell’Oriente.
Oggi sopravvivono solo due cortili e diciannove sale e fungono da museo di storia locale con un’esposizione sul passato e sul presente di Kokand.
Moschea del venerdì
Madrassa Nurbutaboy e mausoleo di Modarikhan
Marghilon – Yodgorlik Silk Factory
Una leggenda racconta che la città fu fondata da Alessandro il Grande dove durante una sosta gli fu offerto pollo (murgh) e pane (nan), da cui il nome.
Quel che è certo è che la città era un importante snodo della via della seta nel IX secolo a.C. Ancora oggi i mercanti della città svolgono un ruolo importante nei commerci di tutta l’Asia centrale e durante il dominio sovietico tenevano in mano il mercato nero della repubblica. Marghilon oggi ospita un impianto di lavorazione della seta, la Yodgorlik Silk Factory che impiega 450 operai e produce circa 6.000 metri di tessuto di alta qualità applicando solo metodi tradizionali. La vicina azienda Marghilon Silk ne impiega altri quindicimila che, grazie a macchinari moderni, produce ben 22 milioni di metri quadrati di seta. Non è noto quando la lavorazione della seta sia stata introdotta nell’area, ma è certo che questa tradizione è molto antica.
Jahon Bazar di Andijon
Il Jahon Bazar di Andijon è il piu grande mercato della regione. Andijon è la città più popolata della valle di Fergana.
Moschea Devanboy
Museo Babur
Oggi il nome di Babur in Uzbekistan è tra personalità politiche e culturali come Amir Timur, Ulugbek, Alisher Navoi. Ogni anno il 14 febbraio il popolo uzbeko commemora il suo grande antenato celebrando il suo compleanno. I monumenti a Babur sono stabiliti in molte città della repubblica e il suo nome è assegnato alle strade e ai parchi principali.
Ad Andijan, sua città natale, si trova il Babur Memorial Museum e un parco che porta il suo nome, che si trova sulla collina di Bogishamol dove, secondo le note del “Baburname”, il sovrano poeta ordinò di costruire un khujr per il riposo e la contemplazione. Questo khujr non è sopravvissuto fino ad oggi, ma il “Baburname” lo descrive come una piccola casa estiva intagliata con un ayvan situato sulla cima della collina che dava su una vista meravigliosa della città.
Il Babur Park di Andijan rappresenta un intero complesso architettonico e storico. Il territorio del Parco è occupato dal Babur House Museum e al suo centro; c’è un memoriale – la sua tomba simbolica con un pezzo di terra murata portato da Agra e Kabul, i luoghi di sepoltura del grande poeta e sovrano. Inoltre, in città fu istituito un monumento a Babur, il suo nome fu assegnato a un’università, una biblioteca e uno dei viali di Andijan.
E così finisce il nostro viaggio in Uzbekistan, domani abbiamo il volo Tashkent-Venezia via Mosca.
Alla conclusione del viaggio, il nostro gruppo, si sente di esprimere tutta la propria soddisfazione nei confronti della agenzia TourUzbekistan.it S.R.L. – INCOMING TOUR OPERATOR, sia per la loro affidabilità che per l’impegno e l’attenzione prestata al fine di renderci il soggiorno molto piacevole.
Un particolare ringraziamento vogliamo rivolgerlo a Bobo (nostro driver), sempre cortese e a Faruh (nostra guida/accompagnatore) che si è rivelato molto preparato, dandoci parecchie informazioni sulla storia del suo paese. Preziosi i suoi consigli nella scelta dei cibi tipici uzbeki che abbiamo assaporato in diversi ristoranti locali.
Al prossimo viaggio…