Territorio di Echmiadzin
A 20 km dalla città, troviamo il centro della chiesa armena-apostolica dove risiede il Catholicos, capo della chiesa armena. Oltre al monastero, vi si trovano le antiche chiese dedicate alle Vergini protomartiri Gayané e Hripsimé.
RISERVA DELLA FORESTA DI KHOSROV
È stata istituita ufficialmente nel 1958 e si trova nella provincia di Kotayk, nel Sud-Ovest dell’Armenia, a Sud-Est della capitale Yerevan. È dedicata al nome del re Khosrov III, che già nel IV sec. d.C. aveva decretato questo sito come santuario della fauna Questa riserva è stata istituita ufficialmente nel 1958 e si trova nella provincia di Kotayk, nel Sud-Ovest dell’Armenia, a Sud-Est della capitale Yerevan. È stata intitolata al nome del re Khosrov III (detto anche “il Piccolo”), che già nel IV sec. d.C. aveva decretato questo sito come santuario della fauna e della flora selvatiche.
Il territorio della riserva – che rappresenta un polmone verde per la capitale, considerata la sua relativa vicinanza – dopo aver subito alcuni ampliamenti e restrizioni, è oggi di quasi 240 chilometri quadrati e preserva la qualità dell’acqua dolce del fiume Azat e dei suoi affluenti, gli aridi boschi di ginepro, la flora e la fauna endemiche e soprattutto alcune specie minacciate d’estinzione.
Essa conserva alcuni gioielli opera della natura, quali le numerose formazioni di roccia vulcanica – basalto – a “canna d’organo”, cosiddette per la loro forma simile a tubi esagonali, che desta una certa meraviglia. Allo stesso tempo custodisce opere umane d’indubbio valore, come il famoso Tempio d’epoca romana dedicato al Dio Sole, fatto edificare dal re armeno Tiridate I – nel I secolo – e, dopo la conversione del paese al cristianesimo, divenuto la residenza estiva dei reali armeni e il Monastero di Geghard, uno dei più significativi della religione armena, apice dell’architettura medievale (XIII sec.), scavato parzialmente nella roccia della montagna adiacente, in un ambito di eccezionale bellezza naturale – patrimonio Unesco dal 2000.
Monastero di Geghard
Monastero armeno scavato nella roccia e intitolato alla lancia che pugnalò Gesù.
Il monastero di Geghard iniziò solo come una piccola cappella rupestre, dichiarata da Gregorio come una fonte sacra nel IV secolo. Da lì, il complesso è cresciuto, diventando più ornato e massiccio. Nel 1215 fu costruita la cappella principale e più importante. Parzialmente scavato nelle rocce su tutti i lati di esso, il monastero di pietra si fonde magnificamente con l’ambiente circostante e si distingue tra gli affioramenti sopra.
Tutto sommato, gli edifici che compongono il complesso sono un mix di eleganti opere in pietra armena e croci intagliate giustapposte a cappelle di caverne spoglie. Geghard è un derivato di una parola armena che significa Monastero della Lancia. Il complesso prende il nome dalla lancia usata per ferire Gesù durante la Crocifissione. Presumibilmente, la lancia fu portata in Armenia dopo la Crocifissione e ora è ospitata nel Tesoro di Echmiadzin, nel centro spirituale dell’Armenia.
All’interno della cappella scavata nella roccia di Avazan, c’è una fonte sacra che si imbatte nel monastero. I visitatori vengono a bere dalla primavera, facendo la fila per riempire le bottiglie da casa per portare con sé l’acqua santa. Insieme all’importanza religiosa del sito, il monastero offre una vista mozzafiato sulla gola del fiume Azat che circonda il complesso.
Tempio di Garni
Il Tempio di Garni si trova in località di Garni, nella provincia di Kotayk, a circa 32 km a sud-est di Yerevan. Nel 3° millennio a.C. una prima fortificazione fu costruita nella zona, in un terreno facilmente difendibile, in prossimità di un’ansa formata dal fiume Azat. Conquistata nell’VIII secolo a.C. dal re di Urartu, Argishti I, la fortezza divenne base militare e residenza estiva del sovrano.
Tempio di Garni – Il tempio fu edificato nel I secolo d.C. dal re Tiridate I di Armenia e la costruzione fu finanziata grazie al denaro che il re armeno ricevette dall’imperatore Nerone durante la sua visita a Roma. Il tempio era dedicato al dio Mitra.
Le canne d’organo
Attraverso una strada impervia a bordo di un fuoristrada raggiungiamo la parete rocciosa che fa da cornice al fiume. Sono formazioni di roccia vulcanica di basalto, a “canna d’organo”, cosiddette per la loro forma simile a tubi esagonali, che desta una certa meraviglia.